Fotovoltaico/Comunicato Custode del Sacro Convento
Se l'anno prossimo ripassasse «tra Cannaio e Bevagno», per stare al racconto dei Fioretti , San Francesco
rischierebbe di non vedere più «alquanti arbori» né una «quasi infinita moltitudine di uccelli», ma una distesa
di silicio amorfo monocristallino. Tre ettari di pannelli solari: tanti la Sun Project di Perugia intende installarne
a Piandarca, sui prati in cui il Santo tenne la celebre predica a colombe, cornacchie e monachine. Di
quell'episodio restano un'edicola e una pietra commemorativa, ma nessuno ha mai pensato di porre un
vincolo che difendesse la memoria storica della "predica agli uccelli" e il sentimento religioso di migliaia di
pellegrini che ogni anno fanno tappa in questi luoghi carichi di spiritualità e di cultura. Tra questi devoti, per
mala sorte degli imprenditori, c'è anche il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, che
di autorizzare il progetto non ne vuole proprio sapere. Ieri, anzi, ha chiesto al Soprintendente ai beni
architettonici e al paesaggio umbro di porre un vincolo su tutti i luoghi francescani. La risposta è attesa prima
del 14 settembre, quando la Conferenza dei servizi (presieduta da Guasticchi) dovrà decidere se autorizzare
o meno il progetto. «Il rispetto della tradizione religiosa è tutt'uno con il rispetto del territorio, la memoria
francescana fa parte delle nostre radici e non la si vende», taglia corto il presidente perugino, ben
consapevole di avere dalla sua parte tutta l'Umbria che vede in Francesco di Assisi, con il suo messaggio di
pace e amore per il Creato, un Santo "trasversale" e un testimone delle radici storiche e culturali di questa
terra. La trasversalità del patrono d'Italia imbarazza il Pd perugino. Il sindaco di Cannara, il comune nei cui
confini si trova il terreno francescano, sostiene da tempo il progetto e con Guasticchi è guerra aperta. Ex
popolare lui ed ex diessina lei, vicino a Fioroni il primo e bersaniana di ferro la seconda, devoto a San
Francesco il presidente che ha introdotto il presepe nel Natale della Provincia e tiene un crocifisso di San
Damiano sulla scrivania, conquistata - la sindachessa - dal sol dell'avvenire (che nel caso specifico sembra
più redditizio che ecologico). Anche a non voler considerare che l'intervento snaturerebbe il paesaggio
francescano e turberebbe il raccoglimento dei pellegrini, è chiaro infatti che 4.312 pannelli - tanti ne vorrebbe
installare la società - avranno un impatto devastante su questo territorio. Basta alzare lo sguardo, Assisi è
lassù, oltre i campi di grano: per i turisti che affollano la basilica sarà un pugno nell'occhio, non ci sarà mai
siepe abbastanza alta per dissimulare una valle di specchi, fanno notare in Provincia. Le autorità religiose
hanno già fatto sentire la loro voce: monsignor Domenico Sorrentino, ha chiesto al sindaco «una ulteriore
riflessione circa la collocazione dell'impianto». Il vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino chiede un
ripensamento al sindaco e insieme a quella del presule sul tavolo della Petrini arriva una lettera della ministra
regionale dell'Ordine francescano secolare. Maria Blasucci Ciri smonta la tesi secondo cui il fotovoltaico
permetterà di valorizzare l'area: la ministra ricorda un incontro, promosso dal parroco di Cannara e al quale
ha partecipato anche il primo cittadino, nel corso del quale sarebbe stata raggiunta un'intesa sulla
promozione di Piandarca e del tugurio, il luogo in cui il Santo avrebbe ideato il Terz'Ordine Secolare. Di
esplicita «contrarietà» al parco solare parla quindi la Blasucci Ciri, la quale ricorda come Piandarca sia una
tappa obbligata della processione che si tiene per la quinta domenica dopo Pasqua. Conclusione: «Mi rendo
conto che oggi si tende a far prevalere l'interesse economico ma ci sono valori universali di grande spessore
storico, culturale e religioso, che è doveroso difendere».
Più soft ma non meno chiaro il messaggio di Sorrentino: «Sono in diversi a pensare che, per lo sviluppo della zona, anche sotto il profilo economico,
sarebbe forse più appropriata una promozione collegata con il flusso turistico-religioso». Un pensiero
condiviso dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, che esprime «perplessità e
contrarietà» e - celiando sulla triste prospettiva che un domani si possa confondere la predica agli uccelli con
la "predica ai pannelli" - ricorda come persino Giotto si sia ispirato al paesaggio assediato dal progetto. Dello
stesso tono i telegrammi giunti ieri alla Provincia di Perugia dall'Ordine francescano secolare di Farneto, di
Stroncone, di Spello, di Santa Maria degli Angeli... Dalle reazioni emerge anche il disagio di vedere insidiata
la memoria di Francesco, santo "ecologico", proprio da un progetto "verde": «La Comunità Francescana del
Sacro Convento - scrive il Custode - valuta favorevolmente ogni sforzo che si sta compiendo nel nostro
tempo per la ricerca e la realizzazione di fonti alternative di energia ma non può accettare che gli strumenti
tecnologici che la producano vengano a deturpare ambienti che da secoli rappresentano la bellezza del
creato, così tanto amato e cantato da San Francesco». Anche monsignor Sorrentino definisce «apprezzabile
l'energia prodotta da impianti fotovoltaici» e Maria Blasucci Ciri precisa che il no corale al parco solare «non
significa contrarietà al fotovoltaico». L'apparente paradosso, in verità, è solo questione di fatturato: se il
progetto fosse approvato entro il 31 dicembre, Fratello Sole renderebbe alla Sun Project 110.000 euro
all'anno (valore dell'energia prodotta dall'impianto) più 550.000 di contributi pubblici. Moltiplicato per
vent'anni, significherebbe più dei 3,5 milioni di euro che costa il parco fotovoltaico, chiavi in mano. Se però la
Conferenza dei servizi non autorizzasse il progetto entro fine anno, salterebbe il contributo in conto energia e
(forse) l'intero business Piandarca. L'APPELLO E il Governatore scrisse al giurista "creativo" che salvò l'ermo
colle Definisce "prettamente notarili" le funzioni della Provincia all'interno della Conferenza dei servizi che il
14 settembre dovrà decidere sull'autorizzazione unica al progetto esecutivo di Piandarca, ma è un notaio
tirato per la giacca un po' da tutti. Marco Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia, ha preso perciò
carta e penna, ieri, e ha messo al corrente il rappresentante del ministero dei Beni culturali in Umbria e la
Regione di trovarsi «sempre più frequentemente di fronte a richieste di impianti ubicati su terreni che, pur non
avendo un vincolo diretto da parte della Soprintendenza, devono essere tutelati gelosamente per il loro alto
valore religioso e culturale» e ha chiesto ufficialmente a entrambi di «esercitare un opportuno intervento teso
a garantirne tale tutela». Una richiesta formale d'intervento diretta soprattutto al direttore delle soprintendenze
ai beni architettonici e paesaggistici, Francesco Scoppola. Il ministero dei Beni culturali parteciperà alla
Conferenza dei servizi e questo è il primo passo ufficiale per ottenere un vincolo su Piandarca che blocchi il
progetto o meglio gli imponga, come suggerisce lo stesso Guasticchi, "una delocalizzazione". Scoppola, dal
canto suo, è un giurista creativo, nel senso che a Recanati, appellandosi all'astronomia e al diritto
aeronautico, è riuscito a tutelare il colle dell'Infinito di Leopardi dalla cementificazione selvaggia. Interpellato
da "Avvenire" prima di ricevere la lettera, che lo raggiungerà oggi, dichiara: «La materia dei vincoli è
complessa e finché non avrò contezza del procedimento che sarà aperto non posso dire nulla. Certo -
aggiunge Scoppola - il sito di Piandarca come molti altri di quest'area è un punto saliente nella storia del
Patrono d'Italia e la richiesta mi arriva, sento dire, da un'autorità istituzionale, quindi la terremo in massimo
conto, ma si tratta di una materia che coinvolge le Sovrintendenze e voglio consultarmi, vedere il progetto,
capirne l'impatto prima di esprimermi». (P.V.) LA CHIESA LOCALE «Il terreno venduto? Pensavamo andasse
ai contadini» «Comunque una parte del terreno interessato dal progetto era di proprietà della Curia». In
cauda venenum, il sindaco di Cannara, al termine dell'intervista che anche la Chiesa locale ha una parte
nell'affaire. Interpellato da "Avvenire", il presidente dell'Istituto per il sostentamento del clero di Assisi Pietro
Profumi però fa chiarezza: «Abbiamo venduto una particella dei terreni di Piandarca nel 2004 a un nostro
affittuario che lo coltivava. Non si parlava di fotovoltaico ma solo di agricoltura. In buona fede, l'abbiamo
ceduto. Ora ci troviamo con questa brutta sorpresa: abbiamo tanti altri terreni in quell'area e state certi che
non li cederemo mai». Quanto al sindaco, aggiunge: «Se è realmente preoccupata per la valorizzazione di
questo luogo può fare solo una cosa: non autorizzare quel progetto che snatura Piandarca. Ma il sindaco di
Cannara non mi sembra così in ansia...».(Avvenire)
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